Sono nato nel 1959 e la mia prima pipa l’ho fumata a 14 anni. Volevo emulare il mito di Sherlock Holmes i cui telefilm venivano trasmessi in televisione, allora un mostro in bianco e nero che cominciava a mietere le prime vittime.
Fu così che scoprii la particolare sensazione di tenere in mano un oggetto di legno levigato a specchio, da cui scaturivano un piacevole calore e aromi che evocavano terre lontane.
Smisi presto (troppo scomodo e poi, a quell’età, i miti cambiano in fretta), ma l’attrazione verso quella straordinaria materia che è il legno non mi abbandonò. Anni dopo, per coltivare anche d’inverno la mia passione per il mare, cominciai a costruire modellini navali. Leudi, fregate, sciabecchi e vascelli (mai tentato con la Victory, davvero troppo per me) invasero casa mia dividendosi con i libri il poco spazio a disposizione.
Poi, come succede a tutti, arrivò il momento di pensare a come guadagnarmi il pane. Laurea in scienze agrarie, 5 anni di ricerca all’università di Palermo su un’altra mia passione, il vino, e infine l’assunzione come divulgatore agricolo. Oggi lavoro presso il Servizio Fitosanitario Regionale di Palermo e mi occupo di malattie delle piante.
La voglia di costruire la mia prima pipa emerse quando decisi di ricominciare a fumarla, nel 2009. Perché non provare? – mi dissi. Nel 2011 trovai un uomo che mi stimolò a cimentarmi, il caro Carlo Riggio, proprietario della più antica tabaccheria di Palermo e ancora adesso punto di riferimento per i fumatori di pipa palermitani. L’apprendistato cominciò consultando libri sull’argomento, video su youtube e confronti serrati con Carlo, sempre prodigo di consigli.